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La Lettonia è situata nel nord-est dell'Europa, confinante con la Lituania, l'Estonia, la Russia e la Bielorussia. La sua superficie è di 64.589 kmq ed è ricca di circa 2300 laghi e foreste che coprono quasi la metà del territorio.Gli abitanti sono circa 2,30 milioni: sono lettoni, russi, bielorussi, ucraini, polacchi, ecc.
La capitale, Riga, ha 731.760 abitanti e le altre città più importanti sono: Daugavpils, Liepaja, Jelgava, Jurmala, Ventspils e Rezekne.
La Lettonia è divisa in quattro regioni: la Curlandia famosa per le sue spiagge sul Baltico; la Letgallia famosa per le sue note costruzioni sacrali, le profonde tradizioni cattoliche e che viene chiamata "il paese dei laghi azzurri"; la Zemgallia, terra molto fertile ed infine Vidzeme, con colline e pittoreschi paesaggi.
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RIGA fu fondata nel 1201 dal Vescovo Alberto, che spostò la sua residenza dall' Ikskile alle rive del fiume Dvina (Daugava) dove, già dall'undicesimo secolo furono fondate le abitazioni degli antichi lettoni e livoni. Con l'afflusso delle genti tedesche, tra i quali commercianti di fede cattolica e molti preti, si iniziò l'opera di conversione al cattolicesimo delle popolazioni indigene che erano in gran parte pagane. Il Papa, per aiutare in questa opera, indisse una crociata che venne chiamata crociata del Nord, e per questa venne creato appositamente un ordine cavalleresco chiamato dei Portaspada.
La nascita della nazione avvenne nel VIII secolo quando le varie popolazioni abitanti quella terra, decisero di unificarsi e di darsi un unico nome ed una unica cultura definendosi appunto con il nome di Lettonia. Dopo pochi anni dall'unificazione la Russia di Nicola I, vedendo nel porto di Riga un'importante punto per la sua espansione, la conquistò.
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Sotto l'Impero Russo dopo la metà del 1800, venne abolita la servitù della gleba e in questa grande opera, ricca di leggi che davano ai contadini il diritto di imparare a leggere e di avere riconosciuta la propria identità, oltre a provvedere con il loro lavoro il loro sostegno, si adoperò con grande saggezza e merito, un italiano che era alle dipendenze dello Zar Alessandro I. Era il Marchese Filippo Paulucci, nativo di Modena. Nel tempo in cui lui era Governatore della capitale, grandi opere di rimodernamneto della città venenro fatte, come il porto, i giardini pubblici e alcuni grandi palazzi.
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Nel XIX secolo si risveglia forte un sentimento di libertà negli animi dei giovani lettoni. Durante la Prima Guerra Mondiale nuovamente il territorio venne sconvolto dai risultati della guerra: in essa si distinsero i Fucilieri Lettoni, un reparto molto valoroso.Con i trattati di Pace del il 18 novembre 1918 la Lettonia riconosce la sua Indipendenza, ma è una libertà che non dura molto. Nel 1939, dopo il Patto Molotov- Ribbentrop, in piena Seconda Guerra Mondiale, la Lettonia perse nuovamente la sua indipendenza. Nel 1940 divenne territorio sovietico : famose le deportazioni di massa che vennero fatte tra il 13 e 14 giugno 1941 e continuarono fino al 1949.
Il 23 agosto 1989 i tre paesi Baltici formarono una catena umana lungo circa 600 Km. unendo le tre capitali: Riga, Tallin, Vilnius, i popoli cantavano e chiedevano, senza spargimento di sangue, la libertà. Fu un gesto che non passò inosservato all'opinione pubblica. Il passo definitivo avvenne dopo la caduta del muro di Berlino :il 6 settembre 1991 venne riconosciuta la sua indipendenza anche dalla Russia.
Il 2 aprile 2004 è entrata a far parte della NATO e il 1° maggio nella Unione Europea.
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Dal punto di vista architettonico a Riga si possono osservare tutti gli stili presenti nell'Europa Occidentale. Accanto alle case di architettura romanica o gotica, si possono ammirare gli edifici costruiti in stile rinascimentale, manieristico, barocco e neoclassico. E' una città che ci stupisce con stupendi edifici in LIBERTY (Art Noveau) ed è per questo che è statta annoverata dall'Unesco, patrimonio dell'umanità.
Interessante una zona tutta con le tipiche facciate dell'Art Noveau. Ricordiamo che molti di questi edifici sono stati realizzati dall'Ingegnere e Architetto Michail Eisenstein, padre del grande regista sovietico Sergej.
Il Monumento della Libertà simbolo dell'amore per la Patria del popolo lettone è alto ben 42 metri, realizzato con donazioni del popolo, ha un importante legame con l'Italia. Negli anni 30, lo scultore Zale fece venire appositamente lastre di travertino romano proveniente da Tivoli. Sembra sia la prima volta che questo travertino venisse usato in un luogo con una temperatura così rigida. Il restauro realizzato molti anni dopo, con uno studio assai approfonditi da esperti, è stato realizzato con la sostituzione di vari blocchi con altrettanto identici recuperati sempre in una delle varie cave presenti e operanti nel territorio tiburtino.
La lingua ufficiale è il lettone che appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee, del ceppo baltico. Oggi le lingue baltiche più parlate sono il russo, il lituano e appunto il lettone. La religione più diffusa è quella protestante seguita dalla cattolica e da una minoranza ortodossa.
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La cultura italiana è molto visibile in alcuni gioielli dell'architettura lettone, sia nelle chiese che nei palazzi. Nel Duomo di Riga si riscontra un esempio della scuola trentina di Andrea Pozzo, una porta illusoria dipinta nel 1689 che crea un'illusione di profondità infinita tramite una prospettiva dipinta. Molte ville in stile palladiano, soprattutto nella regione della Curlandia, sono state distrutte. Rimangono il castello di Mezotne, progettato da Giacono Quarenghi, un vero gioiello classicheggiante e quello d Kazdanga. I più famosi castelli di Rundale e di Jelgava rivelano la mano di Bartolomeo Francesco Rastrelli, artefice di castelli e chiese meravigliose in Russia. Lontano dai garndi centri d'arte, Rastrelli creò uno stile proprio che partendo dal barocco italiano fondeva tutte le impressioni ricevute, tutti gli edifici visti nei suoi viaggi. Il castello di Jelgava, capitale dell'omonimo Ducato, è imponente. Distrutto al suo interno durante le due guerre mondilai, aveva circa 300 stanze.
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Il castello di Rundale è sontuoso ma al tempo stesso modesto: non ha l'aspetto esterno appariscente tipico della tradizione lettone. Gli interni furono decorati dagli italiani Bartolomeo Tarsia, Francesco Martini e Carlo Zucchi cui si devono gli scaloni e le tele incassate nei soffitti. Nel 1764 arrivò a Jelgava Giacomo Casanova, con soli tre ducati in tasca e varie lettere di raccomandazione. Grazie alle sue arti e alla sua fortuna trovò presso nel padrone di casa, un uomo disposto a seguire i suoi insegnamenti tanto da introdurre nuove vantaggiose riforme per le sue aziende terriere. Nel 1799 arrivò nello stesso Ducato, il siciliano Giuseppe Balsamo, il famoso Cagliostro. Leggendo queste notizie, agevoli e semplici, non possiamo non notare le tante affinità e legami tra la nostra Italia e la Repubblica di Lettonia.
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